Il potere universale del locale

Sarah Friar è il nuovo CEO di Nextdoor, il più grande social network per quartieri che permette e facilita conversazioni on-line a livello locale. Su Nextdoor, i vicini creano comunità private online per rendere il proprio quartiere una “casa” migliore e più sicura. Costruire connessioni nel mondo reale è un bisogno umano universale. Considerato ciò, la realtà è che i vicini sono una delle comunità più importanti ed utili nelle nostre vite; questa è stata una sorgente di ispirazione e pilastro fondamentale di Nextdoor sin dalla propria nascita nel 2011. Ad oggi, più di 220,000 vicini utilizzano Nextdoor in tutto il mondo: Stati Uniti, Gran Bretagna, Francia, Germania, Olanda, Italia, Spagna, Australia e tanti altri a seguire!

Il Potere Universale del Locale

Felice 2019! Finalmente un anno nuovo, pieno di nuovi interessanti propositi, volevo personalmente salutare e dare il benvenuto a tutti nel quartiere. Crescendo in Irlanda del Nord, sono sempre stata a conoscenza dell’importanza del ruolo delle comunità, soprattutto quando vieni da un paese ricco di differenze, specialmente religiose. Ho anche vissuto in paesi lontani come Ghana, Sud Africa ed ora Stati Uniti. Cosa ho imparato è che a ciascuno sta a cuore la comunità in cui vive, e comunità più unite hanno un impatto significativo sulla salute, il benessere ed infine sulla felicità.

Tuttora la tecnologia connette miliardi di persone, permettendo un accesso facile e veloce a un incredibile ammontare di informazione. A discapito di queste connessioni, la divisione sociale e il malessere hanno raggiunto un picco febbrile. I valori sociali, l’essenza umana e persino la natura stessa della sincerità e della fiducia si stanno frammentando. Perché?

In così tanti anni, queste connessioni e questo facile accesso alle informazioni sono stati d’aiuto. Tuttavia, naturalmente forza le persone a curare e organizzare le informazioni a cui sono esposte, in molti casi cambiando delle assunzioni che diamo per scontato. Questo tende a influenzare i gruppi sociali a cui apparteniamo, sia on-line che nella vita reale, e spesso porta ad aderire a gruppi con persone simili a noi ed a supportarci a vicenda, come un effetto eco. Meno prioritizziamo la creazione intenzionale di relazioni con persone differenti a noi, più sembriamo sperimentare tensione, mancanza di empatia verso il mondo attorno a noi.

Come parte del team Nextdoor, sono privilegiata di sedermi in prima fila in quello che è movimento del cambiamento. In tutto il mondo, c’è un movimento universale che tende a mettere in connessione ciò che è vicino, a portata di mano. Vicini di tutto il mondo continuano ad amare la loro appartenenza a un luogo reale, tangibile. Infatti, il vicino è definito come “compagno” o “una persona che dimostra gentilezza, altruismo verso altri compagni”, sottoscrivendo questa tendenza verso la ricerca di persone simili, in prossimità. Nonostante i vicini moderni spesso sono diversi in termini di razza, cultura, retaggio sociale, comunque capiscono perfettamente cosa costituisce un quartiere, una strada, un villaggio… un buon posto dove vivere.

Nextdoor è diventato un posto dove i vicini possono naturalmente unirsi per rendere le loro comunità migliori. Le relazioni nate su Nextdoor connettono milioni di persone a quello che è il primo social network: il proprio vicinato.

Cosa rende Nextdoor unico?

Potresti dire che Nextdoor “affonda internet”, rendendolo realmente locale. La maggior parte di ciò che facciamo online tutti i giorni ci unisce a cose a prescindere dalla distanza. Nextdoor sta scalando una montagna altissima, con la propria ossessione per il locale. Conversazioni locali rilevanti, organizzazioni, e business catalizzano i vicini in relazioni reali, costruendo comunità più forti e fidate assieme.

L’ammontare di dati attorno a noi è travolgente. Tantissimi studi dimostrano che un benessere elevato si ottiene attraverso persone che hanno un contatto regolare coi propri vicini. Non dobbiamo convincere nessuno che questa è una realtà. Lo vediamo tutti i giorni su Nextdoor.

In concomitanza con l’inizio di quest’anno, ci teniamo ad enfatizzare nuovamente che siamo qui per servirti. Nonostante ormai milioni di vicini sono connessi in tutto il mondo, manteniamo comunque il nostro spirito nel favorire relazioni per i nostri membri a livello locale. Il nostro prodotto e le nostre offerte hanno necessità di evolvere per attrarre e soddisfare i bisogni di uno svariato numero di membri, partners, business, connettendoli tutti in dedicate comunità. Avremmo sempre più lavoro da fare, e di sicuro sbaglieremo qualche volta – state con noi e aiutateci a migliorare.

Locale. Locale. Locale. Questo è ciò che rende Nextdoor utile, ci rende unici, e rappresenta la nostra opportunità di farlo assieme. Rendiamo questo 2019 un anno per scoprire cosa abbiamo in comune coi vicini, in modo da poter vedere al di là delle differenze. Parti da un piccolo gesto, impegnati a connetterti con un vicino oggi. Sono queste connessioni a renderci collettivamente più forti, costruendo comunità più forti e sicure.

Sarah Friar e il team Nextdoor.

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3 risposte a “Il potere universale del locale”

  1. Eufemia Mirenda dice:

    E’ una splendida iniziativa che incontra purtroppo numerosi ostacoli soprattutto di ordine psicologico:come fare ad abbattere la diffidenza verso l’altro?Abito da circa 2 anni nel mio quartiere ma a parte i cordiali saluti di buon vicinato,non si riesce ad instaurare una relazione amicale della quale ci sarebbe veramente bisogno per uscire dal guscio della solitudine !Siamo purtroppo entità spirituali, chiuse senza porte e senza finestre,come disse un filosofo inglese!!

    1. AmedeoGalano dice:

      Ciao Eufemia, grazie dello spunto! Sicuramente è una sfida cambiare la società su come sia percepita la vita di quartiere, ma noi ci proviamo. Da un punto bisogna sempre pur partire 🙂

      1. Rossana Candia dice:

        VIA BERGOGNONE-WASHINGTON
        Dietro l’angolo, sotto casa
        Rossana Candia

        “C’è solo la strada su cui puoi contare” diceva una canzone di Giorgio Gaber.
        Non ci bastano oggi i nostri nuclei familiari a volte ridotti all’ osso, spesso super impegnati e distratti. Oggi i gesti di solidarietà nascono tra i social: nell’ era dello sharing app di quartiere mettono in contatto i vicini di casa organizzando incontri per papà single, aperitivi over 40 anni, jogging tutti insieme al parco o cinema con un dopo chiacchera . Ma non solo. Un tam tam di indirizzi, nominativi preziosi e rodati come il pediatra migliore, l elettricista più a buon mercato, il ritiro “top” di vestiti usati…, è il pezzo forte di queste app.
        Ma poi ci sono realtà meno virtuali, come i bar, come quello che ho sotto casa, meta e rifugio di molti giovani che occupano tutto il pomeriggio tavoli e sedie per studiare, o forse anche per bivaccare e coltivare amicizie, sotto lo sguardo indulgente del proprietario. Nicola si improvvisa però anche portiere e custode di chiavi e di pacchi del vicinato, e anche babysitter di bambini della scuola accanto, le cui mamme  intanto vanno in banca o a far la spesa .
        i quartieri hanno un cuore pulsante dove i gesti di solidarietà e di accoglienza si moltiplicano da un isolato all’altro in forma gratuita e sottovoce.
        Anche l edicolante ieri mi ha invitato a lasciare il peso delle riviste acquistate per andare a fare la spesa con le mani libere, “se ha qualcosa d’altro lasci qui pure che l’ aspetto!”
        In fondo il mondo non è che così brutto , una mano tesa , un sorriso gentile sono davvero dietro l angolo.
        E  per questo che le persone hanno  a cuore il proprio quartiere: sempre a qualche centinaio di metri da casa mia, in Via Washington c è un bar dove si raccolgono le memorie , i ricordi della vita dei negozi delle strade e  dei palazzi come erano 20/30 anni fa, richiamando folle di anziani che si eleggono testimoni della storia del quartiere.
        I vicini si guardano , si cercano e rinnovano quel senso di appartenenza ad una comunità che ha il sapore quasi di una seconda casa o di una  famiglia su cui contare.
        Gaber docet anche oggi : se in passato tenere la porta aperta di casa per scendere sulla strada era un atto, un must politico oggi è  una necessità  ,un atto di fiducia e di speranza che ci regala nelle strade la sorpresa di un volto amico.

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